Anno: MMXXIV, n.2 - 2024/Apr Mag Giu - di
Redazione Reggio Medica - in
INTERVISTA
[{"attributes":{"align":"center"},"insert":"\n"},{"insert":"Qualche anno addietro, durante l’organizzazione di uno spettacolo di beneficenza, ho avuto la fortuna di conoscere i “Briganti Italiani”, un gruppo musicale capitanato da Antonio Carbone, odontoiatra militare e persona davvero speciale, per le sue doti di simpatia ed umanità, di grande generosità ed altruismo, dimostrate dalle sue scelte di vita."},{"attributes":{"align":"justify"},"insert":"\n"},{"insert":"Simpatico, estroverso, esuberante, entusiasta; non si potrebbe mai immaginare una sua infanzia difficile e come è uscito da una situazione di disagio iniziale. Ma lasciamo che ci racconti la sua storia."},{"attributes":{"align":"justify"},"insert":"\n\n"},{"insert":" "},{"attributes":{"bold":true},"insert":"Parlaci della tua infanzia."},{"attributes":{"align":"justify"},"insert":"\n"},{"attributes":{"italic":true},"insert":"\"Fin da piccolo sono stato molto espansivo e solare, amavo comunicare e stare assieme alle persone, spesso sentendomi al centro dell’attenzione, aggiungerei come tanti altri bambini. D’altronde ero anch’io un bambino che amava ballare e cantare e fare rumore con qualsiasi oggetto\" "},{"attributes":{"align":"justify"},"insert":"\n"},{"attributes":{"bold":true},"insert":"E quindi, dai dieci anni in poi, che succede?"},{"insert":"\n"},{"attributes":{"italic":true},"insert":"\"Mai stato certamente un timido, magari riservato ma mai introverso. Anzi, avevo sempre il sorriso sulle labbra e voglia di fare festa quando ad un certo punto, tra i 10 e gli 11 anni, sviluppai una certa difficoltà a pronunciare le parole in modo chiaro e spedito, fino a non riuscire a parlare correttamente, soprattutto davanti ad estranei: avevo, per qualcuno, solo un 'piccolo problema' che si sarebbe corretto, magari spontaneamente, con la crescita, ma che a me cambiava l’umore e limitava la voglia di socializzazione, costringendomi ad un mutismo innaturale e certamente frustrante\"."},{"insert":"\n "},{"attributes":{"bold":true},"insert":"Quindi “dislessia”? "},{"insert":"\n"},{"attributes":{"italic":true},"insert":"\"Ero 'malato'? Beh, malato forse è eccessivo, ma la difficoltà di emettere e scandire le parole non si limitava solo a dei momenti di nervosismo e di ansia, ma, piano piano, stava diventando parte di me, in qualsiasi momento della giornata e a prescindere da chiunque avessi davanti. Praticamente, non riuscivo assolutamente a sostenere un discorso. A scuola, agli scout e con le amicizie più strette, il mostro era sempre li, dentro di me, pronto ad incatenarmi e più lo sentivo dentro, più si palesava fuori, fino ad arrivare a quel silenzio assordante che mi evitava brutte figure. Vi lascio immaginare il grande senso di disagio, sia a livello sociale sia a livello personale, affettivo e scolastico e la grande difficoltà a interagire col resto del mondo, proprio nell’età più delicata della crescita: l’adolescenza\". "},{"insert":"\n"},{"attributes":{"bold":true},"insert":"Allora scopristi la musica ed il suo immenso potere?"},{"insert":"\n"},{"attributes":{"italic":true},"insert":"\"In quel periodo ascoltavo tanto le 'audiocassette' che trovavo nell’auto dei miei e, tra le tante, mi innamorai di una in particolare: un album dei Beatles, 'Mr. Peppers'. Da quell’ascolto sviluppai una incredibile voglia di riprodurre quello che ascoltavo e iniziai a cantare quelle canzoni, dapprima da solo, per poi iniziare a farlo, senza pensarci, anche in casa. Pochi mesi dopo un capo del gruppo scout che frequentavo mi disse che avrei dovuto imparare a suonare la chitarra perché secondo lui ero la persona giusta per quell’incarico di menestrello e animatore del nostro gruppo. Inizialmente gli dissi che forse stava parlando con la persona sbagliata, perché non avevo mai preso in mano una chitarra e peraltro fino ad allora non ci avrei pensato neanche, e poi già mi metteva ansia il pensiero di dovere magari cantare e suonare davanti a decine di persone. Ma se non riesco a parlare, come farò a cantare ed intrattenere i miei amici scout? Paradossalmente, da li si scatenò una serie di azioni che cambiarono il mio destino da parecchi punti di vista\". "},{"insert":" \n"},{"attributes":{"bold":true},"insert":"Quindi, la chitarra come farmaco?"},{"insert":"\n"},{"attributes":{"italic":true},"insert":"\"La musica fu il punto di partenza. Un giorno trovai una vecchia chitarra, iniziai a strimpellare qualcosa su una sola corda, poi piano piano cominciai a suonarci da autodidatta con gli accordi e capii subito che quella sarebbe stata la mia medicina più potente e che dava la possibilità a me stesso di entrare prepotentemente all'interno della mia anima. Iniziai ad intrattenere gli scout e gli amici perché cantare mi riusciva bene. L'incontro con la musica mi portò piano piano ad emettere dei suoni, poi delle parole scandite dalla melodia e poi tutta una canzone. Il ritmo incalzante della musica stava rimettendo insieme i pezzi di un discorso interrotto tanti anni prima, ed iniziai a trasferire i successi così ottenuti anche tra i banchi di scuola ed in famiglia, parlando prima seguendo una cantilena poi in modo sempre più fluido e naturale\". La mia chitarra diventava, giorno dopo giorno, sempre più un'armatura che sviluppava ed esaltava il mio superpotere, ma soprattutto sviluppava la sensazione e la consapevolezza che da allora in poi non avrei conosciuto intoppi e altri ostacoli perché c'era lei\". "},{"insert":"\n "},{"attributes":{"bold":true},"insert":"Arriviamo agli esami di maturità"},{"insert":"\n"},{"attributes":{"italic":true},"insert":"\"Al compimento del mio diciottesimo anno mi preparavo per l'esame di maturità, durante il quale avrei dovuto parlare davanti a una commissione, davanti ai miei compagni di classe e non avrei dovuto balbettare. Solo qualche anno prima, per me, quel che è successo in quella seduta di esame, sarebbe stato un’utopia, un sogno, una favola. Invece successe che, tranne qualche piccolo intoppo, l'esame filò liscio: avevo stravinto! Da lì a poco avrei risposto presente all'appello davanti a 300 colleghi di medicina senza dar vita ed evidenti segni del mostro che avevo vissuto e in fase successiva avrei parlato per ore a congressi davanti a tantissime persone e colleghi. "},{"insert":"\n"},{"attributes":{"italic":true},"insert":"Intendiamoci l'ansia da prestazione, l'emozione forte, i battiti del cuore accelerati rimangono ancora, ma riesco ad essere e dare tutto quello che da bambino sognavo di dare e dire. Anche adesso, nel tempo libero dal lavoro, sono impegnato a cantare dal vivo e dare emozioni alle persone che mi stanno davanti. Chi mi conosce da piccolo, e ha vissuto con me le mie difficoltà, mi guarda con l’incredulità e l’ammirazione di chi sa che un miracolo si è avverato. Macché miracolo e magia! Ho incontrato la musica e ci ho messo la determinazione di chi vuole fermamente che una cosa accada, la forza di chi combatte sapendo che l’amore verso sé stesso sarà sempre più forte del problema di turno, la caparbietà di chi getta il cuore oltre l’ostacolo e se lo va a riprendere per superarne ancora. "},{"insert":"\n"},{"attributes":{"italic":true},"insert":"Perché la vita è bella e noi siamo qui per rendercela ancora più bella...basta volerlo con tutte le nostre forze!\""},{"insert":"\n"}]